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Perché un sito, perché un blog

Perché un sito, perché un blog
11 Giugno 2019 La Cucina dei Colori

Non abbiamo mai smesso di tagliare le patate, pulire le verdure, impastare manicaretti, friggere le nostre amate panelle, creare dolci. Non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Il nostro è un percorso iniziato ormai tanti anni fa e per fortuna, ma soprattutto per caparbietà, mai arrestato. È un movimento perpetuo lento, microscopico a volte, più burrascoso altre. Però fermi, non ci stiamo mai. Ci evolviamo e chi non lo fa “lentamente muore”.

La Cucina dei Colori, da sempre, è stata un cantiere che (dobbiamo farcene una colpa?) non abbiamo mai voluto, ma più probabilmente saputo, raccontare. E sì che la parola non ci manca, e pure ” buona” spesso e volentieri.

Così, la domanda più frequente che ci è stata fatta in questi anni è: “ma il vostro sito internet?” Anno dopo anno la risposta è stata sempre la stessa: “Non c’abbiamo tempo”. Ma era una scusa: il tempo per le cose che si vogliono fare si trova. È sempre una questione di priorietà e per noi in questi 15 anni avere un sito internet non è stata una priorità. A torto a ragione questa è stata la nostra condizione.

Di noi hanno sempre parlato gli altri. Gli amici in primis, i nostri affezionati clienti che negli anni sono diventati anche i nostri amici, le guide turistiche e i giornalisti che sempre più negli ultimi tempi hanno iniziato a raccontare Catania e quindi noi. Le recensioni, tante, positive con qualche lamentela: per fortuna, altrimenti che noia. Certo, quelle stupide e a volte ci fanno incazzare, ma spesso ci fanno capire che non ci stiamo appiattendo, che la nostra proposta rimane viva. Che ha ancora senso tagliare le patate, pulire le verdure e via dicendo. Poi ci fu quella volta che scoprimmo di avere una scheda su Google My Business dove ci lasciavano recensioni e clienti arrivavano grazie a quelle e non ne sapevamo nulla: ci arrivò una notifica eravamo in Svezia.

Sì, la comunicazione de La Cucina dei colori è sempre stata – soprattutto – in mano ai nostri clienti, nel bene e nel male. E conti fatti possiamo dire soprattutto nel bene.

Ad un certo punto però sono arrivati i social e non ci siamo tirati indietro. Su Facebook e Instagram ci divertiamo. Ci piace raccontarci a modo nostro e non sapete quanti ci dicono cosa fare e non fare, come scattare e non scattare, cosa scrivere e non scrivere. Ma noi continuiamo a sbagliare e a sbucciare patate e a divertirci. Quando entra un gruppo di super giovani e invadono il locale corriamo a prendere il cellulare per fare una foto senza farci notare perché non vogliamo disturbare per poi scoprire che “su carusi” e non gli cambia nulla se gli fai una foto.

E allora, questo sito dove sei ora, e questo blog? Beh, chi non  vive “lentamente muore” e ora che avere un sito è ormai quasi anacronistico, che la comunicazione è velocissima e morde e fugge, noi facciamo un passo indietro (per farne due avanti) e mettiamo online questo sito pensandolo come il nostro diario dove vogliamo appuntare delle cose per farle rimanere. Dove chi ha visto una foto di un nostro piatto, letto una recensione, visto una storia su Instagram può venire e trovare qualcosa per conoscerci meglio. Per non farci dire “ma io non lo sapevo che facevate anche dei corsi in cucina“. E poi per mettere anche un po’ di puntini sulle tante i che abbiamo lasciato in sospeso in questi anni dove “il cibo” è diventato sempre più protagonista delle nostre vite, dove la nostra città è diventata un “fast-food” a cielo aperto, dove, dove, dove…

Ecco, adesso c’è venuta voglia di “scrivere” e non solo di fotografare. Soprattutto di raccontare. Il nostro impegno e patto che vogliamo fare è quello di non sbrodolarci addosso, ma provare a dire la nostra su tutto quello che ci circonda.

Siamo grandi ormai, anche se continuiamo a friggere le nostre amate panelle.

 



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